Descrizione
Una comunità come sceglie un santo patrono? E perché ci professiamo devoti di un particolare santo? Sono queste alcune delle domande che Egildo Spada si pone in questo saggio dedicato a quel vasto e variegato fenomeno che è il civismo religioso.
“Parlare di civismo religioso – scrive Spada – significa essenzialmente prendere in esame norme, tradizioni, usi e costumi, pratiche, di natura rituale e simbolica, che abbiano valenza di coesione sociale, identifichino l’appartenenza alla comunità, la legittimazione di una condizione o di uno status, con l’accettazione di valori e convenzioni di comportamento […] Religione perché la Chiesa interviene nel processo identitario di un luogo stabilendo la sintesi di pratiche rituali e sociali che canonizza nell’ufficialità e garantisce da contaminazioni profane […]. Civica perché in quel luogo, in quella città, erano coinvolte nel culto, oltre alla Chiesa, la magistratura, le confraternite, le corporazioni, la popolazione intera con una serie di omaggi formali e manifestazioni che andavano ben oltre la fede e il credo religioso, sublimando così la sfera privata nella
dimensione collettiva dell’esaltazione di una coscienza comune”.
Emblematica in tal senso è la figura di Rita da Cascia divenuta icona sociale ed espressione di un civismo religioso che nasce dal basso – icona che racchiude in se il bisogno che un popolo ha di riconoscersi in una storia compiuta.
Fa da sfondo a questo originale studio, la Valnerina, la valle attraversata dal fiume Nera che nell’Umbria sud-orientale si sviluppa lungo una stretta e tortuosa zona montuosa dove si evidenzia “una toponomastica satura di religiosità che diventa carne, presenza, sostanza.
«Una religione laica che si esprime in gesti e formule, che è un comunicare con gli spiriti del bene e del male»
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