Descrizione
È un romanzo storico ambientato in tre luoghi geografici: in un territorio dell’Italia centrale, in Vaticano e a Parigi. Il periodo interessato va dal 1936 al gennaio del 1942.
Tutto ha origine con l’innamoramento della figlia del nobile più in vista nel paeseper uno squattrinato e talentuoso pittore. La marchesina e il pittore fuggono – a Parigi. Ma qui tutto si complica. La Chiesa assume un ruolo misterioso. I fascisti locali seguono a ruota. Il popolino sparla. I ricchi borghesi in età da moglie fremono perché Margherita è un bocconcino appetibile: bella, ricca, intelligente. Che cosa fa realmente a Parigi il pittore Giovanni, ormai marito di Margherita? Quali intrighi si celano? Quali sono i rapporti con la Chiesa? Che cosa avviene nel frattempo al paese? Perché l’oste Gualtiero viene arrestato? E soprattutto, qual è il ruolo sempre più importante del fattore del marchese? Come il finale dimostra, si tratta di un romanzo giallo, ma senza seguirne i canoni. Ad una superficiale prima lettura potremmo pensare di esserci imbattuti in un romanzo di cappa e daga dei primi del ’900 (quindi fuori tempo massimo), poi, però, s’insinua il sospetto che al di là degli intrighi, delle fughe, dei complotti e dei venti di guerra si celi una gemma, una ‘bussola’ il cui ago ruota e guizza attorno l’eterna ricerca d’equilibrio fra morale, coscienza e costume, fra lotta di classe e tirannia. Ma se lo stile adottato da Paolo Tordi è volutamente “vintage” il contenuto – scrive il francescano Enzo Fortunato nell’introduzione – «si coglie attraverso un significato che si trova in tutto il racconto: quello della preoccupazione di ogni famiglia, di ogni genitore ricco o povero, giovane o anziano, di strappare i propri figli da una vita pericolosa. Una preoccupazione che […] è la preoccupazione di ieri, di oggi e di domani».