Descrizione
«Ho scritto queste semplici cose e questi aneddoti paesani (…) animato dalla volontà di non far morire in me il ricordo di certi eventi e di certe situazioni che sono state linfa per la mia vita, situazioni che hanno formato e plasmato la mia personalità», scrive Ribale, all’anagrafe Alessio Ribadi, classe 1938. “Nella scrittura di Ribale – si legge nella prefazione di Davide Pizzichelli – si avverte la necessità impellente di testimoniare un qualcosa che già non esiste più da tempo, l’urgenza di tramandare un patrimonio comune: (…) sono racconti che appartengono all’oralità e che determinano con gli anni e la ripetizione il bagaglio culturale collettivo di una comunità”. Questo libro rappresenta una testimonianza civica: la scrittura è al servizio della memoria di un paese e dei suoi abitanti. Il senso di appartenenza è distillato in sonetti e racconti brevi che si intrecciano, creando una trama leggera che accompagna il lettore in una passeggiata a tratti malinconica a tratti divertente tra i vicoli odorosi di mosto del centro storico di una Monterotondo del passato
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