Descrizione
La storia e le vicende del camposanto di Porto e dei suoi sepolcri più antichi, rappresentano lo spunto per ricostruire la storia della borgata marittima di Fiumicino, e dei suoi primi abitanti, pionieri in un territorio ostile, almeno fino ai primi anni del Novecento, quando, grazie alle bonifiche idrauliche e ai progressi degli studi sulla “mal-aria”, si riuscì a rendere la zona alla foce del Tevere più accogliente e vivibile. La nascita del Borgo marittimo di Fiumicino viene colloca simbolicamente dall’autore nel 1823, quando, con la costruzione di moderni fabbricati, di edifici pubblici, di una nuova chiesa e della strada di collegamento con Roma (secondo il progetto dell’architetto camerale Giuseppe Valadier), il vecchio porto canale, dogana dello Stato pontificio, assunse le caratteristiche di un piccolo e vivace centro urbano. Nel 1841, circa vent’anni dopo la fondazione della borgata, venne attribuita al tesoriere generale della Reverenda Camera Apostolica, importante dicastero dell’Amministrazione pontificia, la gestione “(….) governativa, economica e municipale (…)” di Porto e Fiumicino conferendo al neonato borgo un primo simbolico carattere di municipalità e autonomia. Dalla costruzione degli edifici progettati da Valadier in poi, questo piccolo avamposto doganale dello Stato Pontificio inizia a connotarsi come un’importante centro portuale, frequentato da unzionari e impiegati, barcaioli, marinai e pescatori, dove aprono alcune attività commerciali e locande, e dove cominciano a risiedere stabilmente alcuni abitanti, nonostante l’aria insalubre per la presenza di stagni e paludi. L’analisi e lo studio dei sepolcri più antichi edificati nel cimitero, rappresenta un piccolo contributo per il recupero di una memoria storica collettiva condivisa.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.