Descrizione
Joseph Conrad così descrive Roger Casement: «Ve ne potrebbe dire di cose! Cose che ho cercato di dimenticare, cose che nemmeno sapevo!». Nel 1910 Casement riceve l’incarico dal Foreign Office britannico di indagare sulle atrocità contro gli indigeni nelle foreste dell’Amazzonia nordoccidentale. Rivelerà che dietro l’estrazione del caucciù c’è un sistema che si regge sul terrore, sull’inganno e sulla negazione. Il Diario dei suoi settantacinque giorni nel Putumayo – regione confinante con il Perù, la Colombia e il Brasile – viene qui tradotto per la prima volta. Segue l’altra sua devastante inchiesta, quella del 1903, che metteva a nudo gli orrori del colonialismo in Africa (Il Rapporto sul Congo, Fuorilinea, 2010). Le cose che vede e le testimonianze che raccoglie trasformano Casement in un indefesso rivoluzionario anticolonialista e rafforzano il suo impegno per la libertà dell’Irlanda. Il 3 agosto 1916, al culmine della Grande Guerra, viene giustiziato a Londra, a conclusione di uno dei più celebri processi per alto tradimento dell’era moderna.
«In questo nuovo secolo, le questioni fondamentali sollevate da Roger Casement sul potere e sui diritti umani, sui diritti delle comunità indigene e sulle regole che guidano la politica estera, sulle strategie di sviluppo e sul commercio internazionale, continuano a sfidarci e scuoterci, ma verso le quali, in troppi, se posso prendere a prestito una frase di Papa Francesco, “ci siamo anestetizzati”.»
– Michael D. Higgins, Presidente della Repubblica d’Irlanda
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