Descrizione
Le memorie di Giuseppe Capoccetti (1893-1978) coprono un arco di tempo che va dai primi del ’99 alla fine della Prima Guerra Mondiale. Se la prima parte dedicata all’infanzia e alla prima gioventù racconta la vita nella natia Cascia – località agricola dell’Appennino Umbro che si trasformava in un centro turistico internazionale legato al culto di Santa Rita – il memoriale di Capoccetti si alza di tono e pathos quando intreccia le sue vicende con quelle della Prima Guerra Mondiale. L’irto sentiero ricorda Un anno sull’altipiano di Emilo Lossu, laddove lo stordimento e l’abbrutimento degli uomini è legato all’accusa d’incompetenza e crudeltà del comando. Nella guerra descritta da Capoccetti si fa strada l’idea che non finirà mai, risucchiando tutti e tutto in un vortice atemporale dove solo il ricordo della famiglia e la ricerca spasmodica di conoscenti riporta a una dimensione reale. Con questo memoriale, che viene pubblicato per la prima volta, Capoccetti si prefigge di fissare nella memoria collettiva l’inutilità di ogni conflitto, prima che sia il conflitto stesso a ricordarci il valore della vita. “Non sono mai stato attaccato alla vita” – scriverà Giuseppe Ungaretti, anche lui, come Giuseppe Capoccetti, reduce della Grande Guerra.