Descrizione
Sono trascorsi più di 15 anni dalla fine della prima guerra mondiale e da tempo Giani Stuparich va meditando un romanzo che ne dia testimonianza attraverso la sua diretta esperienza, che fu soldato dolorosamente partecipe di quella tragedia. L’opera gli occupa l’anima e la mente da qualche anno, ma per accingersi a scrivere deve presentarsi un’occasione. Nella primavera del 1933 riceve da Firenze una lettera, lo colpiscono il “tono e la lindura” quasi la scrivente “fosse un ragazza del popolo”; apprende invece che è figlia di un barone cecoslovacco (von Zdekauer) e moglie del pittore Francesco Chiappelli; scrittrice, si firma con il cognome del marito. L’incontra di persona con iniziale disappunto per la “raffinata eleganza” e un “manierismo salottistico”, ma ben presto gli si rivelerà di “temperamento sognatore e trasbordante” che le viene dall’incrocio di sangue marchigiano e sangue slavo-tedesco. Ne nasce una fervida amicizia; a lei, in Versilia, nella casa al mare dei coniugi Chiappelli, una sera d’autunno del 1935 Stuparich racconta la trama del romanzo.
Trovato il ‘tono’ e il titolo, ‘Ritorneranno’, la stesura, tra momenti di serenità e altri di amarezza e sconforto per le avvisaglie e poi la conferma del secondo conflitto mondiale, lo impegna dal 1935 al 1940. A dargli fiducia, da Firenze, spingerlo a continuare sarà quella giovane cui, di volta in volta ultimati, invia i capitoli del romanzo che lei prontamente gli rispedisce con suoi “commenti spontanei” avvertendolo dove “per la fretta sorvolavo punti importanti o, viceversa, su altri calcavo troppo per pedanteria. Maria – scriverà in “Trieste nei miei ricordi” – ha accompagnato la prima stesura del mio romanzo con una fiducia e insieme un’ansia, quali io stesso non ebbi”. A testimoniarne la gratitudine, queste dodici lettere che s’immagina abbiano accompagnato, nel loro viaggio da Trieste a Firenze, i capitoli di “Ritorneranno”.
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