Descrizione
Una materia informe sta dietro alle Nuove terzine di Ornella Spagnulo. È un tessuto onirico che si svela sotto il costante ritmo dei tre versi. Citazioni tratte da canzoni e testi letterari fanno da commento non invadente insieme a stralci autobiografici. Il paradosso di queste Nuove terzine sta nel fatto che l’evanescenza delle riflessioni teologiche ed esistenziali lascia costantemente il posto a frammenti più prosastici e quotidiani. Parlando di terzine non si può non nominare Dante Alighieri, che ritorna a livello implicito nella suddivisione del libro in tre parti: Inferno, Purgatorio e Paradiso.
Ornella Spagnulo si riallaccia quindi a una tradizione sacra per la letteratura italiana ma anche a un fenomeno che oggi va molto di moda: l’haiku giapponese. Al di là della struttura in tre versi, però, le Nuove terzine hanno ben poco degli haiku veri e propri, perché non ne rispettano i rigidi schemi metrici e soprattutto perché le riflessioni sottostanti alle terzine di Ornella Spagnulo non si concentrano sui paesaggi naturali ma sull’interiorità, sulla psicologia, sul mistero dell’uomo e anche sulla società, sulle diseguaglianze sessuali, sul mestiere della scrittura, sulle difficoltà tipiche di un rapporto amoroso, sull’amicizia e sulla fede.
Le Nuove terzine registrano quindi il passaggio da un’infanzia vissuta con un irrazionale desiderio di morte all’appagamento dell’amore in età adulta, passando per un calvario di illusioni, delusioni, conflitti, disprezzo per il mondo circostante, inettitudine e isolamento. Le terzine di Ornella Spagnulo riservano delle particolari sorprese: i componimenti verbografici con cui l’autrice ha arricchito il testo e che stupiscono e commuovono il lettore. Riferimento esplicito di questo prosimetro, insieme alla Commedia dantesca, rivisitata e stravolta, è Il mondo salvato dai ragazzini di Elsa Morante.