Descrizione
Lo studio di un fotografo, un binario e una casa. Il bambino, è quello che fuma la pipa nella foto in copertina e che dando la mano ora al nonno avvocato, ora al nonno meccanico, attraversa a piedi una Taranto ancora non mangiata dai fumi dell’Ilva, una città borghese, laica, mediterranea, “in biano e nero”.
E poi, Roma. La Capitale dell’immigrazione dei funzionari dello Stato, dei cantieri aperti per costruire nuove periferie con la fatica di contadini trasformatisi per necessità in manovali, del conflitto sociale, delle baracche raccontate da Pasolini e da Scola.
Roma che nella prima adolescenza offre il pensiero che l’impegno politico renda un uomo libero e lo accoglie con le sue sezioni del PCI, tra intellettuali ed edili che diventano una famiglia in grado di preparare e spingere verso il movimento studentesco, le rivoluzioni vicine e lontane, la progressiva consapevolezza che le radici possano cambiare e irrobustirsi quando diventano parte di un mondo più intimo e definitivo dei desideri delle zie che contano di veder tornare i nipoti a “mettere su famiglia”
Tra storia privata e storia del Paese.