Descrizione
Tra giallo e faceto.
«I racconti vanno diretti al sodo di una saggezza ancestrale ma non antiquata; di un buon senso che troppo spesso dimentichiamo pensando di saperne di più; di un’attenzione spesso non data alle cose evidenti, chiare nella loro semplicità, ma che inspiegabilmente ci sfuggono…».
L’autore usa la consueta arma dell’ironia per digerire meglio lo specchio dei racconti che riflettono i nostri molti vizi e le poche virtù. Il lavoro si muove agilmente almeno tra due generazioni: dalla fine della seconda guerra mondiale ai giorni nostri. Sono apparenti piccole storie che riverberano il nostro modo di essere più di quanto la nostra indulgenza e la grande storia possano immaginare.
Ogni personaggio è tratteggiato a tutto tondo con poche righe, una caratteristica dell’autore. «…i personaggi che Tordi manovra con sapiente arte di regista, utilizzando la scrittura come colonna sonora: asciutta, senza fronzoli stilistici, ma sempre elegante ed armonica, abbondante di ironia calda e di gusto per il paradosso… il fil rouge che lega il ricco borghese al nobile benestante perché “i soldi frusciano sempre con naturalezza da
una tasca all’altra, da un affare all’altro, senza curarsi della gradevolezza del gesto…”».
Nulla è inventato e tutto è invenzione. Le storie attraversano continenti e città, paesi e campagne con i piedi ben piantati nell’Italia di mezzo, sempre attraversata e mai capita fino in fondo. La storia del commissario Ognibene che conclude i racconti è un giallo in piena regola anche se le regole sono messe da parte per far
posto ai rapporti umani ricchi di domestiche sorprese.
Il virgolettato fa parte della prefazione di Simone Bemporad
«La cultura dell’autore si stempera in uno stile insolito, godibile e personalissimo».
– Pino Chisari, poeta
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