Descrizione
Con prosa “leggera” e scorrevole, mai superficiale o ruffiana, Maurizio Carletti corteggia gli stilemi classici della commedia americana di successo per addentrarsi nei territori OZ-iosi, ma non oziosi, del sovvertimento più o meno provvisorio di classe sociale, in un “looping” antropologico dove gli stereotipi culturali si scrutano dagli antipodi della piramide umana. Valga per tutti la cavia barbone Eddie Murphy che prende il posto del giovane ricco Dan Aykroyd nell’ormai mitico Una poltrona per due di John Landis (1983). In Rollback l’autore/personaggio rivolge però l’esperimento verso se stesso e non su altri e lo fa non per noia o cinismo ma per urgente esigenza esistenziale, perché lui in fondo non è un impostore ma è semplicemente tentato dal “ritorno alle origini”. Il suo è quindi un percorso spazio-temporale che, nei tempi ristretti d’una vita, lo riconduce ad un passato ancora pulsante e riscrivibile, dove il gazometro romano non è il simulacro della civiltà (come i resti della Statua della Libertà incontrata dai naufraghi spaziali nel futuro de Il pianeta delle scimmie – 1968), ma piuttosto un romantico reperto industriale, “monolite”/stella polare per migliaia di storie d’amore, come la Torre Eiffel a Parigi.
Sergio Serpieri è uno spregiudicato manager sessantenne a capo di un grande gruppo industriale internazionale, nonostante le origini modeste della sua famiglia. Un giorno qualsiasi gli viene diagnosticata una malattia mortale che potrebbe manifestarsi improvvisamente, come una bomba a orologeria di cui si ignora l’orario di innesco. Decide così di riappropriarsi del tempo che gli rimane. Qualche giorno a settimana decide di vivere nella zona di Roma in cui è nato e a condurre una vita “di quartiere” dai tempi dilatati, profondamente diversa da quella vissuta dal manager di grido. Le frequentazioni con il “popolo minuto” lo portano a una inaspettata riscoperta di se stesso e a un cambiamento lento ma radicale, da cui sarà impossibile tornare indietro. Intenso e al contempo ironico e scanzonato, Maurizio Carletti corteggia gli stilemi classici della commedia americana di successo per addentrarsi nei territori OZ-iosi, ma non oziosi, del sovvertimento più o meno provvisorio di classe sociale, in un “looping” antropologico dove gli stereotipi culturali si scrutano dagli antipodi della piramide umana.